Migranti, 164 Paesi Firmano Il Global Compact Litalia Non Cè

Decreto che è poi stato nuovamente modificato dalla ministra Lamorgese a ottobre 2020. La domanda del pericoloso viaggio verso l’Europa è stata, è e sarà davvero alta e l’offerta di incerto transito risulta soprattutto condizionata dalla situazione in Nord Africa, delle istituzioni e degli armatori criminali , dalle imbarcazioni disponibili, dalle rotte praticabili o preferibili (non sempre verso l’Italia, anzi), dalla meteorologia e dal mare. Sembra https://carovanemigranti.org/ong/ che i nostri servizi di intelligence abbiano segnalato al Governo in carica che attualmente in Libia vi sarebbero almeno 900 mila migranti, immigrati da altri paesi africani. Sono uomini donne bambini bambine rispetto ai quali gli europei non possono chiudere gli occhi, lasciandoli detenuti in quel paese vita natural durante.

È bene poi precisare che, al ricorrere di una situazione di pericolo tale da far scattare il dovere di soccorso, nessun rilievo sotto il profilo penalistico può avere il rispetto o meno del Codice di condotta o delle indicazioni fornite dalle autorità competenti; comunque, se il soccorso era doveroso ai sensi del diritto del mare, esso non può essere oggetto di rimprovero in sede penale. Bisogna dunque fare attenzione a non attribuire al Codice di condotta un ruolo improprio, quasi che il suo rispetto sia un requisito necessario perché il trasferimento in Italia dei migranti soccorsi risulti giustificato. La violazione delle disposizioni ivi previste può comportare conseguenze nei rapporti tra l’autorità italiana e l’Ong, che può essere esclusa per il futuro dal coinvolgimento in attività di soccorso, ma in nessun modo può incidere sull’applicazione di una scriminante (l’adempimento del dovere di soccorso in mare) che nulla ha a che vedere con il rispetto degli ordini dell’autorità. In estrema sintesi, la nave Open Arms, che per conto della Ong spagnola Proactiva Open Arms svolge attività di soccorso in mare, riceve il 15 marzo 2018 una comunicazione da parte della Guardia costiera italiana, che le segnala la presenza di un gommone con diversi migranti a bordo a 40 miglia da Tripoli, e le richiede in quanto nave più vicina di recarsi sul posto per valutare la situazione. Nel frattempo la Guardia costiera libica comunica a quella italiana di essere in grado di intervenire, e le autorità italiane ingiungono alla Open Arms di interrompere l’operazione. L’equipaggio spagnolo decide di recarsi comunque sul posto, e constatate le precarie condizioni del gommone, nonostante le ripetute indicazioni delle autorità italiane di lasciare ai libici in arrivo le attività di soccorso , inizia ad operare il trasbordo dei migranti stipati sul gommone.

Anche dopo la riforma socialista, il sistema francese rimane dunque assai più repressivo del nostro. Il legislatore si è timidamente limitato ad individuare delle ipotesi in cui l’agevolazione del soggiorno non è punibile, senza tuttavia spingersi a richiedere sempre ai fini della punibilità uno specifico intento di profitto. Per evitare di punire le condotte di soccorso in mare e di successivo trasferimento in Italia dei migranti (almeno quando esse siano compiute nell’ambito delle indicazioni fornite dalle Autorità competenti), la giurisprudenza non nega che tali condotte integrino il fatto tipico di cui all’art. 12, ma argomenta sul piano dell’antigiuridicità, di cui viene negata la sussistenza in quanto il fatto sarebbe coperto dalla causa di giustificazione dell’adempimento di un dovere o dello stato di necessità. Un altro punto centrale a suo avviso è “rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi”, dato che circa il 30 per cento delle persone che entrano in Ue vengono rimpatriate in quanto migranti economici e non richiedenti asilo . Tobé vorrebbe anche introdurre un meccanismo di “prevenzione”, che gli Stati membri possono attivare per mettere “in preallerta” la Commissione in casi di “rischio di pressione migratoria” ed evitare di agire solo quando l’emergenza è già scattata.

  • Ciao, sono stato a contatto con queste realtà nel mio territorio e confermo il problema politico, ma non nell’accezione descritta nell’articolo.
  • Nella relazione di Tobé, questi passaggi vengono soppressi, lasciando la questione in un limbo d’incertezza giuridica, e quindi lasciando ai vari governi la scelta su se e come gestire gli sbarchi delle imbarcazioni delle Ong.
  • Secondo la proposta della Commissione, sono tali le «circostanze anormali e imprevedibili che sfuggono al loro controllo, le cui conseguenze non avrebbero potuto essere evitate nonostante il ricorso a tutta la dovuta diligenza» .
  • Ad accogliere migliaia di delegati è un grande spazio dove filari di palme e cactus portano a capannoni moderni simili a grandi tende.
  • Da un lato, il problema è che l’intesa di Malta prevede il ricollocamento solo per le persone soccorse in mare (meno di 8.000, il 15% del totale) e non per tutte quelle che sbarcano in maniera autonoma.

Come si dice nell’articolo, nel 2017, almeno fino a giugno, sono arrivati molti migranti, ma è anche vero che questi numeri erano previsti. Si poteva allora pianificare meglio certamente.Mi sembra esagerato però dire che il sistema fa acqua da tutte le parti. Certamente ci sono falle, anche gravi, ma considerata la difficoltà della gestione di un sistema così complesso su un tema così delicato, la baracca tutto sommato regge, si potrebbe dire. Sarà interessante monitorare questi dati nel corso dei prossimi mesi, per verificare se l’incidenza delle persone ospitate nei CAS diminuirà per incrementare il ruolo del SAI. Va però considerato, come abbiamo accennato, che il numero di migranti in arrivo sulle coste italiane nel 2021 è in ripresa rispetto agli anni precedenti, e occorrerà valutare quindi come questo impatterà sulle capacità di tenuta del sistema SAI.

Il piano è del 27 maggio 2015 e costituisce parte dell’Agenda europea sulle migrazioni, adottata un paio di settimane prima . Professore associato di diritto costituzionale nell’Università di Palermo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Professore ordinario di diritto amministrativo nell’Università della Tuscia (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Il fuoco dello strumento è tutto puntato sull’esigenza di combattere l’immigrazione irregolare. Non meno serio, ma risolvibile attraverso una modifica della proposta in discussione a Bruxelles, è il problema che deriva dalla espressa previsione di una via di fuga dalla solidarietà nelle «situazioni di forza maggiore». Le norme proposte assegnano alla Commissione un ruolo indubbiamente centrale sia nello stabilire quale dei tre scenari descritti debba applicarsi, sia nel definire le modalità di contribuzione degli Stati membri.

Invece è nel lavoro domestico che si è registrato il maggior numero di domande. Il problema è che si continua a gestire l’immigrazione con strumenti emergenziali…. L’annunciato aumento delle quote di ingresso di lavoratori immigrati non rappresenta dunque una “apertura incondizionata delle frontiere”, anzi, è proprio il tentativo di rispondere a un bisogno dell’economia attraverso una pianificazione ragionata e controllata, l’esatto contrario della gestione emergenziale basata sulle “sanatorie”.

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